Tra le mura del maglificio sono passati molti e molte professionist*, ognuno con una storia e una passione diversa.
Oggi faremo due chiacchere con Pietro Melchioro, tra i fondatori dell’associazione Megahub e tutor dei corsi di robotica e digitale.

Ciao Pietro, in Megahub sei ormai diventato un punto di riferimento per la robotica. Di cosa ti occupi invece, quando non sei in Officina?
Lavoro per Confartigianato Imprese, un’azienda che accompagna e tutela le piccole imprese di artigiani offrendo loro servizi per crescere e competere nel mercato. Sono il dirigente di categoria della zona tra Valdagno e Montecchio; quindi, sono il punto di riferimento per gli artigiani della zona che hanno bisogno di assistenza tecnica. Sviluppo software e risolvo problemi informatici. Inoltre, in Confartigianato tengo corsi di formazione sul digitale.
Ho una mia ditta, la Jolly Roger, con cui realizzo siti web e applicazioni web utilizzando le migliori tecnologie del momento, insieme programmatori informatici, grafici ed editor.

E come sei entrato in contatto con Megahub?
Confartigianato era un partner di Megahub alla sua nascita: si organizzavano serate e corsi insieme. Quando sono arrivato qui ho conosciuto Giuseppe, Martino e tutti gli altri. Insieme abbiamo fondato l’Associazione Megahub: siamo un gruppo di liberi professionisti nel settore dell’artigianato e digitale e siamo tra i tutor dei corsi dell’Officina di Megahub.
Hai trovato il posto giusto per trasmettere la tua passione per l’artigianato e il digitale. Cosa ti piace maggiormente?
Il fablab di Megahub è un posto che dà la possibilità di creare e realizzare ciò che si vuole. Se si ha un’idea, un progetto da realizzare, l’Officina dispone degli strumenti per costruire qualsiasi cosa.
Per me Megahub è libertà di poter costruire, libertà di poter realizzare le proprie idee.
Che attività svolgi nell’Officina?
Sono un tutor dei corsi di elettronica, di robotica. So utilizzare tutti i macchinari e strumenti presenti in Megahub ma il mio “preferito” è il taglio laser. È uno strumento importantissimo per tagliare, modificare e costruire.
Mi piace chiamare quello di cui mi occupo “elettronica spinta”. I progetti più particolari, che richiedono competenze elettroniche e informatiche di alto livello, li gestisco io.
Sei anche un grande appassionato di hackathon, giusto?
Ho partecipato a tantissimi hackathon, diversi tra loro, sia come “giocatore” che come organizzatore.
Ho partecipato anche ad hackathon di grandi dimensioni, con più di 200 persone. Durante la pandemia ho gestito un hackathon online, a cui avevano partecipato più di 400 persone.
Facciamo un passo indietro. Che cos’è un hackathon?
Un Hackathon è un evento, normalmente di due o tre giorni, per informatici e appassionati di innovazione digitale.Ogni hackathon ha un certo tema e i partecipanti si dividono in squadre, di quattro o cinque persone, e collaborano intensivamente su un progetto comune.
La squadra che elabora il miglior progetto/soluzione al problema richiesto dal tema dell’evento, vince la competizione.

Qualche mese fa avete organizzato un Hackathon con i ragazzi del progetto Fabschool, ci racconti come è andato? Qual era il progetto e la tematica da affrontare?
Esatto, abbiamo organizzato un Hackathon pensato come conclusione di alcuni dei percorsi di Fabschool*.
*Fabschool è un progetto che si è svolto in contemporanea da noi, in Megahub, e nei poli Verona Fablab, 311 Verona, Mantova Fablab, Associazione Fablab Dolomiti, Consorzio Cata Belluno e impresa sociale Polo9 ad Ancona. Abbiamo intrapreso con i ragazzi delle scuole superiori dell’Istituto Professionale Garbin, a Schio, dei percorsi innovativi su digitale, robotica e tecnologia.
PENSARE ALLE SMART CITIES NELL’ALTO VICENTINO
Il tema che abbiamo assegnato erano le SMART CITIES, le “città intelligenti”. che gestiscono le risorse in modo intelligente, mirando a diventare sostenibili economicamente e dal punto di vista energetico.
I ragazzi dovevano immaginare come potrebbero essere delle smart cities nel nostro territorio. Come possono delle città, nel nostro piccolo, grazie alla tecnologia e al digitale, migliorare la qualità della vita dei cittadini. Abbiamo quindi chiesto loro di pensare a una possibile soluzione che rispondesse a tre tematiche molto importanti:
1) “Smart cities Model”: Come poter applicare il modello delle smart cities alla nostra realtà, nel nostro territorio.
2) “Smart cities Nervous system”: Pensare a uno strumento che consenta di rilevare e risolvere i problemi più importanti della città
3) “Smart cities Environmental Tool”: Pensare a uno strumento che aiuti a risolvere un problema ambientale legato alla città. Ovvero, capire come la tecnologia e il digitale può risolvere il grande problema del cambiamento climatico
Devo dire che l’Hackathon è stato organizzato molto bene: è stato creato un sito e dei video su youtube apposta per l’evento dove i ragazzi potevano informarsi e raccogliere nozioni importanti sulle smart cities, per prepararsi in vista della competizione.
Sono sicuro che verranno organizzati altri hackathon in futuro, la struttura dell’Officina è l’ambiente ideale per lavorare a progetti di questo tipo.